Tatacoa Desert

Concetto

Bogotà è una città di cui si parla molto poco, nonostante la sua crescita economica e demografica, e nonostante il numero di visitatori e nuove migrazioni negli ultimi anni. Ad eccezione di alcuni settori, la maggior parte della metropoli è un luogo anonimo con pochi punti di riferimento geografico-turistici.

In generale, per molti abitanti di Bogotà, la conoscenza che si ha di altre località e quartieri al di fuori del proprio, sia nell'ambito del lavoro che in quello della residenza, è un panorama o un mondo sconosciuto, dato che non c'è quasi nessun motivo di visitare zone dove si trovano solo case, fabbriche, magazzini, negozi e viali, molti dei quali indistinguibili.

Come fotografo residente e quotidianamente immerso negli spazi quotidiani di Bogotà, i miei lavori cercano di trovare un senso ragionevole per visitare e vivere i suddetti spazi "anonimi" della città. Si crede nella convinzione che l'atto di fotografare non sia solo registrare dei luoghi, ma anche crearli. Piuttosto che tentare di identificare siti di interesse già riconosciuti, siano essi culturali o storici, mi sono impegnato in un processo inverso in cui le fotografie stanno evidenziando e persino reinventando i luoghi come siti degni di attenzione.

Durante il viaggio, dall'inserimento di una macchina fotografica nella mia routine quotidiana di pendolare, ho sperimentato un processo intrigante in cui, come le mie percezioni si spostano dai panorami quotidiani alle immagini catturate e viceversa, l'esperienza comincia ad assomigliare a un tour "turistico", del tipo che si svolge in città o luoghi che hanno goduto del privilegio di tale riconoscimento.

In altre parole, i miei lavori hanno cercato di testimoniare il processo di risignificazione degli spazi urbani, dalla possibile pratica di reinventare la cartografia urbana a partire dai siti anonimi della città, per riconoscere quei luoghi "unici" degni di un pellegrinaggio fotografico.