"Once Upon Now" è un mix di fotografia e arte digitale assistita dall'intelligenza artificiale di Inna Etuvgi, alias My Psychedelic Garden. In quest'opera, l'artista parla della società moderna che sembra vivere contemporaneamente in diversi strati temporali: "nuove tecnologie accanto a norme sociali arcaiche, tradizioni mescolate a nuove tendenze. Ricordiamo le vecchie favole con cui siamo cresciuti, ma difficilmente riusciamo a capire come applicarle al presente. Le nostre vite sono molto diverse da quelle dei nostri antenati più prossimi. L'umanità avanza rapidamente, ma allo stesso tempo si ferma. Il futuro è già qui, ma lo è anche il passato; tuttavia, nell'incessante marcia verso il domani, dobbiamo rimanere ancorati alla saggezza delle epoche passate perché la saga dell'umanità sia sempre più evoluta. Le antiche foreste, testimoni del passaggio di innumerevoli generazioni, ora sussurrano all'acciaio e ai circuiti dei droni; le epoche si fondono. In questa narrazione vivente, siamo sia gli autori che i protagonisti di una storia in divenire, "Once Upon Now", dove ogni momento è un bivio tra ciò che è stato e ciò che deve ancora venire". LA STAMPA: Stampa gicleè su carta Canson Fine Art + COA L'opera è stampata in edizione limitata in alcuni formati; questa particolare offerta è per il formato Medium con un'immagine di 39x48,5 cm, stampata in edizione limitata di 15. La stampa è firmata, numerata e stampata dall'autore. L'AUTORE:Inna Etuvgi, proveniente dalle coste russe dell'Artico, mette in luce il suo background tecnico come fotografa d'arte svedese. Il suo percorso artistico è iniziato nel 2020 e nel 2022 ha ottenuto il riconoscimento di finalista al Premio Arte Laguna 16. Nel 2023 ha ricevuto un'onorificenza per il suo lavoro. Nel 2023 ha ricevuto un'onorificenza dal Comitato svedese per le sovvenzioni alle arti. Le opere di Etuvgi sono presenti nel volume "Photography in the Visual Culture" 22/23. Affrontando la vita con l'afantasia, la mente di Inna non visualizza, ma pulsa di concetti, emozioni e sensazioni vivide. Usa la macchina fotografica non solo per esplorare il mondo, ma anche per esternare i suoi paesaggi mentali unici, rendendoli visibili.
Il critico d'arte Tabish Khan dice dell'arte di Inna: "il suo lavoro consiste nel trasportarci in altri mondi, sia reali che immaginari, ma sempre in armonia con la natura. Può avere una mente cieca alla visualizzazione, ma ha occhi e una macchina fotografica che catturano la bellezza dei mondi che il resto di noi spesso trascura e dà per scontati".