Leah Larisa Bunshaft (Dizlarka)

Dichiarazione dell'artista L'elemento centrale della mia pratica artistica è l'esperienza di affrontare un mondo insicuro, di essere consapevole della propria vulnerabilità. Si tratta di un'esperienza personale e allo stesso tempo universale. Nei miei dipinti cerco di creare un mondo mitologizzato i...

Dichiarazione dell'artista L'elemento centrale della mia pratica artistica è l'esperienza di affrontare un mondo insicuro, di essere consapevole della propria vulnerabilità. Si tratta di un'esperienza personale e allo stesso tempo universale. Nei miei dipinti cerco di creare un mondo mitologizzato in cui si possa visualizzare una pacifica serenità e una riconciliazione con il mondo. Nei miei spazi virtuali il pericolo è sublime, astratto e per nulla minaccioso. Dispiegando la vulnerabilità, trasformandola in un oggetto di contemplazione, invito il mio spettatore a compiere un esperimento mentale e a fare lo stesso con la propria esperienza. Quando creo e assemblo un ambiente virtuale mitogeno a partire da frammenti, mi rifaccio all'esperienza del pensiero surrealista, dove il significato e l'estetica particolare sono visti in una forma defamiliarizzata.

Allo stesso tempo, ho ereditato dallo stile impressionista la plasticità dell'immagine, grazie alla quale l'occhio sembra essere assorbito dal mondo raffigurato, mentre l'immaginazione vi si aggiunge, conferendogli densità, vivacità e tangibilità. Per me questa libertà della pittura pittorica, aperta al dialogo con lo spettatore, è estremamente importante. Integro la mia pratica con manufatti, oggetti trovati, integrando elementi di artigianato meticoloso nella pittura. Ogni dettaglio è come una singolarità - apre nuove potenziali interpretazioni e sensazioni all'incontro dello spettatore con il dipinto. Nell'incanalare la mia pratica in un tema centrale di vulnerabilità, la fragilità dell'umano, esploro la cultura visiva e le sue interpretazioni, le pratiche di temporalità e la struttura del ciclo che definisce le dinamiche della vita stessa. Mi interessa il modo in cui questi fili separati si intrecciano, scoprendo forme ritmiche e somiglianze comuni. Così, vedo il tempo come un'entità speciale, che esprimo simbolicamente nei miei dipinti, mentre nella mia esperienza personale è associato a una sensazione di insicurezza, di incapacità di controllare la mia vita. In questo contesto vedo l'approccio molto umano che si rivela nel costante tentativo di organizzare e razionalizzare i flussi del tempo, per creare una perfetta intelligenza computazionale. L'elemento rimane invincibile, l'intenzione umana persiste attraverso i secoli e questa opposizione forma un equilibrio così traballante e teso che è vicino all'esperienza della vita stessa. Accumulando una varietà di temi nell'estetica del realismo enigmatico, mi rivolgo invariabilmente a un'ottica introspettiva. La mia arte è un'esperienza di visione di me stessa, che scolpisce la mia identità, tracciando le linee della femminilità nel mio Sé e nella mia percezione. Il tema dell'identità mi sta particolarmente a cuore perché, come persona globale, sono stata a lungo privata di un'appartenenza diretta e singolare a una cultura locale. E questo è un altro sintomo comune del nostro tempo.