Outside

Concetto

Da diversi anni ho concentrato la mia attività pittorica sul mondo immaginario delle foreste.
È nella foresta che si sviluppano i miei disegni, un luogo di catarsi dove regnano i tre elementi, minerale, vegetale e animale, uno spazio dove la psiche umana si confronta con se stessa.
Questo luogo (topos) diventa la scena dell'inconscio collettivo, l'immaginario culturale alle sue radici in questo inconscio collettivo, che scivola nei nostri sogni, e la nostra psiche identifica la foresta come una grande immagine del nostro inconscio.
L'immagine simbolica della foresta è strettamente legata alla costellazione uomo-immagine-corpo, e la sua etimologia è significativa, poiché la parola latina "foresti, foresta" significa "fuori", "via" ed è tutta la posta in gioco di questa metonimia, il conscio è messo da parte, fuori dall'inconscio, l'uomo è messo da parte, fuori dai boschi.
La foresta non è solo un simbolo tra tanti, è il simbolo del simbolismo.
E vorrei citare un autore che ha fatto luce sul mondo immaginario delle foreste nel suo saggio sull'immaginazione occidentale, pubblicato da Champs / Flammarion, Robert Harrison (pagina 287) ... Generalmente traduciamo la parola greca logos con linguaggio, ma in origine significa relazione ... collega gli uomini alla natura nel modo dell'apertura e della differenza. È in lui che abitiamo e attraverso di lui che entriamo in relazione con tale e tale luogo. Senza logos non c'è luogo, c'è solo habitat, nient'altro che nicchia, nessuna residenza, nient'altro che sostentamento. In breve, il logos è ciò che l'uomo fa del suo domicilio sulla terra. Questo domicilio è designato dalla parola
"ecologia". In greco, oikos significa casa, domicilio il latino domus. Così la parola ecologia designa molto più che la scienza degli ecosistemi; designa l'essere al mondo umano universale ... Noi non risiediamo nella natura, ma nel nostro rapporto con la natura. Non abitiamo la terra, ma il suo superamento. Non viviamo nella foresta, ma in una zona al di fuori del suo recinto.
Oggi tutto il mio lavoro di artista plastico si basa sulla fragilità di questa conseguenza: l'oblio di questa esclusione che esiste da millenni tra l'uomo e la foresta e che è complice della sua distruzione.
Così come il conscio si percepisce al di fuori dell'inconscio perché pensiamo di esistere al di fuori di noi stessi -proiezione- io vorrei reintrodurre non l'uomo nella foresta ma la foresta nell'uomo.